Dal buon Filippo Catani arrivano due righe che volentieri pubblichiamo (e condividiamo)…
Ho deciso di scrivere questo articolo a metà settimana perché penso sia giusto esprimere alcune opinioni e concetti e lo farò in prima persona, anche se ciò che scrivo è condiviso da tutta la società. Rientrando da Genova – dove ho assistito alla sconfitta degli azzurri in coppa Davis – ho attraversato vari stati d’animo: se, infatti, alla stazione di Chiavari vincevamo 3-1 contro le Stuoie, una volta giunto a Massa Carrara ho scoperto che eravamo su quel 3-3 che è stato poi il risultato finale. Il nostro campionato si è concluso e il nostro destino si deciderà a Sant’Agata: il Biancanigo, vincendo, porterà a casa il campionato mentre con il pareggio ci sarebbe l’appendice dello spareggio e solo la loro sconfitta ci aprirebbe le porte della festa. Cosa posso dire ai nostri ragazzi? Sinceramente, posso solo dir loro grazie per una serie di motivi. Dal punto di vista sportivo, abbiamo chiuso il campionato a quota 40 punti in venti partite, il che significa una impressionante media di due punti a partita; abbiamo il migliore attacco con 46 reti fatte e la miglior difesa con sole 21 reti subite, con una media di un gol preso a partita e di oltre due fatti. Tutti i componenti della rosa hanno dato l’anima per inseguire il sogno di vincere un campionato che in bacheca manca da 16 anni e la matematica ci consente di coltivare ancora questo sogno. Questi ragazzi sono riusciti, poi, nell’impresa di appassionare un paese intero, tanto che le persone chiedevano notizie per strada e hanno risposto ai nostri appelli per invadere gioiosamente Palazzuolo prima e il “Nannini” per il derby con il Brisighella poi. Un gruppo compatto e unito che si è allenato seriamente e diligentemente agli ordini del mister Maurizi che – alla prima esperienza in panchina – ci ha regalato un gran campionato, lui che in estate si è impegnato a costruire una squadra che sembrava non poter essere costruita in tempo, recuperando anche ragazzi che erano andati a giocare fuori da Marradi. Tutti noi li abbiamo sospinti con il nostro tifo e, spesso, quella linea laterale davanti a me diventava un confine difficile da non superare per andare a esultare con i ragazzi. Vedere la squadra trainata da Giorgio correre tra i fumogeni di Palazzuolo resterà una scena scolpita indelebilmente nel mio cuore e ci sarà poi il tempo di scrivere anche le pagelle personali dei nostri atleti. Oltre a tutto questo, ci sono state anche delle belle e divertenti feste organizzate nel corso dell’anno che altro non hanno fatto se non cementare questo bel gruppo, attorno al quale tutta la dirigenza ha fatto quadrato. Mi sono sentito in dovere di scrivere queste parole perché – in una settimana dominata dal sentimento della delusione – è importante non perdere di vista quanto di buono è stato fatto quest’anno lasciando anche un’ottima semina per gli anni futuri. Una delle parole più utilizzate per commentare eventi sportivi è “clamoroso” e spero di poterla usare anch’io domenica. In caso contrario, seppur con il dolore nel cuore, grazie ragazzi per questo bellissimo anno che avete regalato a me, alla società, ai tifosi e al vostro paese.